Viviana Scarinci


Due parole sull’avventura di PoEtica


L’Associazione PoEtica è nata da un problema reale con cui mi sono confrontata negli anni: la difficoltà di reperimento, ad uso personale, dei testi poetici. L’altra esigenza si esprime soprattutto a livello sociale: ho avvertito la scomparsa della poesia come possibile terreno di assemblea non specialistica e la gravissima dimenticanza relativa al suo potere archetipico nell’ambito di una comunità. Ma questa istanza non deve essere equivocata in senso populista, con l’illusione di incrementare delle vendite che diano ossigeno al “mercato” editoriale della poesia. Sono convinta che la poesia sarà pure patrimonio tutti, ma non è per tutti. Se un po’ la si conosce, è possibile porsi come mediatori per renderla più accessibile ma con l’accortezza che non la si svaluti lasciandola intendere come qualcosa che non necessiti soprattutto di studio e dedizione. Sorrido quando mi accade di incontrare care e gentili persone, anche pervase da afflati delicatissimi, armate della convinzione invidiabile di essere poeti, magari perché colpiti dall’iconografia romantica del poeta, ma senza avvertire perciò la necessità di cercare nella parola dell’altro. Eppure non si può pensare di costruire la Sagrada Familia senza aver molto cercato o anche senza aver studiato architettura.

Paolo Polvani ora mi chiede di spiegare l’avventura di PoEtica e mi rendo conto che sicuramente l’origine è più antica della sua data di fondazione. Un po’ c’entra la questione della sensibilità del poeta a spendersi socialmente o a isolarsi che non è certo recente, e che spesso si è posta attraverso figure di grandi poeti, come una sorta di aut aut.  A quasi tutti i poeti che ho incontrato, mi sono infatti sorpresa a chiedere proprio questo, cioè come sia possibile conciliare il tempo di straordinaria intimità che necessita alla scrittura poetica, con la poesia  in quanto riflesso di una propria umanità fatta per dirsi all’altro. Detto questo, figurarsi se penso che alla poesia siano preclusi avvenimenti di natura mondana. Alla proclamazione dei vincitori prima a Roma, e alla premiazione poi a Ustica, del Premio Rosa d’Eventi, per cui PoEtica ha organizzato la sezione poesia edita, ad esempio, abbiamo unito attraverso lo stesso filo conduttore, cioè il desiderio di premiare l’editoria indipendente, la poesia, la narrativa e i comics, in due veri e propri spettacoli dedicati, in cui versi, fumetti e prosa si sono alternati in un reading che ha consentito ad ognuna di queste scritture di dare il meglio di sé.

Infine, ci sarebbe anche un discorso più sottile da fare riguardo la passione che tiene accesa la luce di PoEtica e cioè la ricerca di quale sia l’applicazione della poesia nel quotidiano, se ci sia questa applicazione ulteriore, oltre il leggerla per proprio conto, o andare in una libreria a ascoltare un poeta leggere i suoi versi. Perciò abbiamo pensato alla raccolta di un Fondo Librario di Poesia che fosse accessibile a tutti e che ora con nostra grande gioia è stato patrocinato da Biblioteche di Roma. E a un progetto di doposcuola che abbiamo già presentato al Comune di Morlupo RM. L’idea è quella di creare un pretesto, attraverso un luogo, in cui anche le stanze hanno i nomi dei poeti e le porte sono tappezzate dai loro volti e in questo modo cercare di fare intendere soprattutto ai più giovani, ma non solo, quale alternativa può dare, una conoscenza non scolastica e un po’ più approfondita della poesia, in un momento in cui il disagio sociale sta avendo la meglio anche sulla speranza.

Riguardo agli autori di poesia contemporanea e alle loro pubblicazioni, l’Associazione PoEtica ha inaugurato la prima estate del FL presso la nuova sede sociale ospitata dal Centro Libellula, con un’importante iniziativa volta allo studio e all’approfondimento della poesia contemporanea italiana: la prima uscita in formato digitale scaricabile gratuitamente presso il sito dell’associazione (http://associazionepoetica.com/) de Le libellule, i quaderni di PoEtica. Le Libellule è una collana digitale, a cura dell'Associazione PoEtica, in cui di volta in volta sarà analizzata e approfondita, per mezzo di una nota critica, la lettura di un importante testo di poesia contemporanea di recente pubblicazione, acquisito dal FL tramite donazione. Oltre a questa iniziativa volta all’approfondimento e alla divulgazione del vastissimo giacimento poetico italiano edito, PoEtica inaugurerà sul sito dell'Associazione una ulteriore e diversa scrittura intorno al libro di poesia: la rubrica Recensioni in cui si recensiranno tutti quei libri di poesia, pervenuti al FL, ritenuti meritevoli di essere segnalati. La diversa organizzazione di questi due modi di comunicare il libro di poesia, ossia la nota di lettura e la recensione, a nostro avviso adempie a due funzioni divulgative altrettanto necessarie: la nota si rivolge a un pubblico di lettori avvezzi al linguaggio poetico, quei lettori cioè che da quella scrittura critica e dalla lettura del libro, possano trarre indicazioni utili anche al proprio lavoro poetico. La recensione, invece, è volta a far sì che un lettore provi nel libro di poesia lo stesso interesse che lo spinge ad acquistare un romanzo.

Il primo anno di PoEtica è stato esaltante ma anche molto duro. La chiusura della libreria che ospitava la sede sociale per mesi ci ha costretto a un paziente lavoro di tessitura e riorganizzazione che ora a fine settembre culminerà con l’inaugurazione del Centro Libellula, la nuova sede sociale che ospiterà il FL, i corsi di PoEtica e solo gli eventi che riterremo necessari e pertinenti alla nostra attività di divulgazione. Quest’anno si è fatto moltissimo, si sono proposti incontri straordinari come quello con il poeta sudafricano Mario D’Offizi, o con la poetessa candidata Nobel Marcia Theophilo, concerti di grande rilievo come in gennaio, quando il gruppo degli Argine ha suonato in occasione della Giornata della memoria, o seminari affollatissimi come quando si è discusso in collaborazione con la rivista Filosofi per caso, sull’attuale situazione della comunicazione. Sembra passato molto più tempo di un anno. L’associazione sta sul punto di contare un centinaio di soci, che a vario titolo collaborano e la sostengono. Il prossimo obiettivo è creare un Festival di Poesia e una collana di poesia a questo dedicata. Incrociamo le dita.

7 commenti:

  1. Sorrido quando mi accade di incontrare care e gentili persone, anche pervase da afflati delicatissimi, armate della convinzione invidiabile di essere poeti, magari perché colpiti dall’iconografia romantica del poeta...

    Spesso,mi sono detta che "essere poeta" dipende da tanti fattori.Mettere assieme quattro parole non significa proprio nulla.Il poeta deve arrivare per prima cosa ,dall'umiltà di non dirsi tale,di non volere attirare l'attenzione,ma di darla.Quello che fa l'autrice di questo pezzo,permettendo ad ognuno d'incontrare la realtà poetica,attraverso un lavoro specifico di ricerca e comprensione attente.

    Ci voleva questo pezzo,grazie .

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  2. non posso che augurare un futuro pieno di incontri,di scambi e di crescita, mirati e non evasivi come sa fare poesia e l'arte tutta di cui è viva parte, se non si perde nei meandri e nei cunicoli di "un commercio di parola morta" che già troppo schifo ha prodotto. Un abbraccio a Viviana che stimo moltissimo. fernanda ferraresso

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  3. Conosco la competenza ,la grande capacità di sviluppare idee e pensiero di Viviana, nonchè la sua poesia viva asciutta intensa, ma densa di musica e temi meditati.
    Perciò la seguo da quando ha iniziato la sua Associazione e continuerò a seguirla...Sperando di poter ancora andarla a trovare nella sua nuova sede.

    Vorrei dire due parole sulla poesia e le donne

    Da dove viene la poesia? Ed è veramente possibile condividerla? Sono domande a cui ogni scrittore potrebbe dare risposte diverse ed egualmente valide. Per tutti, però, la poesia è il frutto di un’esigenza intima e profonda, irrinunciabile come il respiro. Perché scrivere è guardare, guardare con occhi svelati e attenti, guardare attorno ma anche all’interno, con coraggio e a volte severità. Scrivere è attraversare lo specchio del tempo, ripercorrere i giorni – il passato, il presente, il futuro immaginato – con appassionata dedizione.
    Nella poesia non ci si risparmia, la poesia non è consolatoria. Eppure, qualche volta, ha l’effetto di una liberazione: epura i pensieri, i dubbi, le incoerenze, dandogli un ritmo e un suono accattivante e significativo. La poesia, nel suo moto inarrestabile di onda che viene e si ritrae, che svela e nasconde, che dona e odombra, offre la possibilità preziosa di attraversare le emozioni, qualunque emozione, senza venirne travolti, e di volgere in musica quell’intenso naufragare. Così che la realtà, quand’anche scomoda e difficile, trova cittadinanza e obliqua, come ci insegna Emily Dickinson, traspare dal foglio bianco, in quel caldo fluire che intreccia la parole all’esperienza, il ritmico battito dei versi al solitario pulsare delle lunghe notti bianche. Ecco, forse la poesia è questo la maggior parte delle volte: un dialogo intimo, come quello tra due amiche che si confidano la quotidiana fatica del proprio sentire.

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  4. Continuo

    Per questa ragione, da molto tempo, coltivavo il progetto ambizioso di riunire in un’antologia come in un salotto, alcune delle poetesse più significative del panorama italiano. Dove significativo ovviamente non vuole essere un giudizio di merito (deputato ad altri e in altre sedi), ma il risultato di una scelta programmatica di scrittura, portata avanti negli anni da ciascuna autrice, non soltanto attraverso la propria produzione personale, ma anche tramite l’organizzazione di dibattiti, seminari, occasioni d’incontro varie legate alla scrittura delle donne e non solo. Dunque una scelta a tutto tondo, fondamentale direi, dalla cui posizione fosse possibile offrire una testimonianza forte e concreta, sviluppando un tema che potrebbe essere sintetizzato in due famosi versi della poetessa americana Anne Sexton: “Una donna che scrive sente troppo,/ che prodigi e portenti!” Ecco la scrittura femminile in una definizione minima e assoluta, la creatività femminile che si sostanzia generando parole e magia.
    Ma questa è stata soltanto la proposta iniziale. La mia idea, accolta con entusiasmo dai tipi della TRAVEN BOOKS e poi dalle autrici che partecipano a questo volume, è subito germogliata in versi che offrono molteplici spunti di riflessione, occupando spazi forse non ancora sufficientemente esplorati, che riguardano non soltanto la scrittura ma anche la scelta che la precede. In pratica riflettendo l’esperienza personale – quotidiana, famigliare, storica – di artiste a volte molto lontane tra loro per età, stile, formazione e intenti, ma comunque accomunate da un progetto che, in tutte, appare essenziale.
    In questo libro si trovano dunque molte poesie così dette di “poetica” e altre che “raccontano” la scrittura in altri termini o sotto aspetti più pratici e terragni. Non tutte le poetesse interpellate, infatti, condividevano la necessità di narrare la propria opera e la sua genesi, né il desiderio e l’interesse per un antico – e secondo alcune inesistente- distinguo tra scrittura femminile e maschile. Se ad alcune è apparso un tema superato, però, ad altre è risultato entusiasmante e di sicura attualità. Come regolarsi di conseguenza? In modo molto semplice e chiaro: accettando che ognuna proponesse la propria personalissima testimonianza, la propria diversità, la propria visione del tema. Per tale ragione alcune delle poesie qui presentate possono apparire meno sintoniche di altre: in realtà i versi di Anne Sexton posti in esergo sono stati interpretati in modo diverso e vario, ma sempre molto convinto.
    Infine, appare superfluo ma doveroso ricordare che, come ogni antologia, anche questa peccherà di esclusioni e dimenticanze più o meno evidenti, che purtroppo però costituiscono l’inevitabile limite di questo genere di volumi. Ci si augura che offrendo un discreto ventaglio di autrici contemporanee, il lettore sia stimolato ad approfondire poi per proprio conto la ricerca, consultando i cataloghi e i siti delle case editrici specializzate o le riviste del settore. “Donne di parola” non può essere quindi considerato un elenco esaustivo – è oggettivamente impossibile – ma sicuramente un punto di partenza consolidato dal quale diramare l’attenzione verso nuove e appassionanti letture

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  5. "...Nella poesia non ci si risparmia, la poesia non è consolatoria. Eppure, qualche volta, ha l’effetto di una liberazione: epura i pensieri, i dubbi, le incoerenze, dandogli un ritmo e un suono accattivante e significativo. La poesia, nel suo moto inarrestabile di onda che viene e si ritrae, che svela e nasconde, che dona e odombra, offre la possibilità preziosa di attraversare le emozioni, qualunque emozione, senza venirne travolti, e di volgere in musica quell’intenso naufragare. Così che la realtà, quand’anche scomoda e difficile, trova cittadinanza e obliqua..."

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  6. Sottraggo quattro lemmi dal testo: necessità passione, esigenza, ricerca.
    Sono luoghi dell'anima che pervadono tutti quelli toccati dalla poesia nel vivere quotidiano. PoEtica è un lavoro impegnativo - non c'è dubbio - ma leggendo questa nota, si intuisce quanto sia "necessario" all'autrice continuare ad evolverlo. Grazie allora, a nome di tutti noi, che lo abbiamo appena conosciuto e che lo seguiremo ovunque nel tempo.

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  7. E' un discorso sulla comunicazione, Viviana il mio.....spero che tu lo condivida, e che si possano inviatre un po' di persone da te. Anche iniziare seminari. Sono in contatto con Fazi, Minimum fax, il bellissimo blog Minima e Moralia e molti altri.

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